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Neil Young: Le Noise (Reprise, 2010)

di Salvatore Esposito

La carriera di Neil Young ci ha insegnato che nel suo percorso artistico tutto ha un senso, anche i dischi bruttini come il recente Fork In The Road, progetto solo in apparenza fine a se stesso ma che trova una sua precisa collocazione nell’esperimento Linc Volt, che lo ha visto girare in lungo ed in largo gli States a bordo di una vettura d’epoca completamente ecologica e non inquinante. E’ così che anche Le Noise, il nuovo album di Neil Young, è il più classico dei dischi che non ti aspetti e come abitudine di Neil Young, è un disco che spiazza l’ascoltatore, ma allo stesso tempo lo rapisce per il suo grande fascino. Prodotto da Daniel Lanois, questo è il primo disco che vede il solo Neil protagonista senza una band, con la ulteriore particolarità di essere suonato prevalentemente all’elettrica.  A rigurdo Lanois ha detto: “Abbiamo tagliato un paio di canzoni solo chitarra e voce. Per il resto è un disco molto elettrico. Non nel senso che si intende comunemente, non c’è una band ad accompagnare Neil, ci sono solo io con i miei suoni. Vi assicuro che non c’è niente che suoni simile a quello che abbiamo fatto”.  Sin dalle primissime note di Walk With Me, si ha proprio la sensazione di essere di fronte ad un disco unico nel suo genere, e soprattutto lontano anche dalle produzioni precedenti di Lanois come nel caso di Oh Mercy di Bob Dylan o di Teatro di Willie Nelson. Le Noise è un disco costruito intorno alla chitarra e allo stile di Neil Young, il tutto filtrato attraverso la lente di una produzione sperimentale, a tratti estrema, che riesce anche a superare la mancanza della sezione ritmica dando uno spessore e una profondità inaspettata alle varie tracce. L’idea che deve aver guidato Neil Young in questo disco è senza dubbio quella di cercare di sfruttare al massimo le potenzialità sonore della chitarra, in tutte le sue sfumature dall’elettrico estremo incrociato all’elettronica all’acustica scarna e spettrale. L’ennesima sfida dunque che va ad infilarsi dritto in quel filone sperimentale cominciato da Trans e proseguito con l’estremo Arc, nel quale erano raccolti i feedback e le lunghe code strumentali dei brani del Ragged Glory Tour. Ad aprire il disco, come detto, è Walk With Me, un brano ruvido, abrasivo, una canzone d’amore tesa e vibrante tutta giocata su riff e feedback in un fluire di immagini sonore e poetiche di grande intensità. A fare il paio con il brano iniziale è la prorompente Sign of Love altra canzone d’amore nella quale il testo molto dolce e poetico si scontra in modo violento con l’impatto elettrico della chitarra, il cui riverbero crea un atmosfera ancora una volta piena di poesia. Si prosegue con Someone’s Gonna Rescue, un brano dalla struttura ipnotica quasi onirica, e nel quale il lavoro di Lanois emerge più marcatamente rispetto ad altri. A spezzare la tensione elettrica, arriva la scarna e cruda ballata Love And War, nella quale Neil torna alle tematiche di Living With War, parlando delle conseguenze della guerra, di giovani soldati che non tornano più e dei figli che vivranno senza i loro padri. Angry World ci riporta a sonorità elettriche e senza dubbio, può essere definito come il brano cardine di tutto il disco, quello dall’impatto melodico più marcato, ma anche quello più sperimentale per quanto riguarda l’arrangiamento infatti Lanois sembra sbizzarrirsi nel giocare con i loop della voce e nel doppiare la chitarra elettrica di Neil, creando un effetto davvero spettacolare fino alla coda strumentale che si protrae per un minuto tra feedback chitarristici travolgenti. Segue Hitchicker, brano già noto ai fans per essere stato più volte eseguito dal vivo in versione acustica, ma qui è riletto in una aggressiva versione elettrica in un crescendo emozionale nel quale Neil riflette sulla sua vita parlando del passato e della sua famiglia. Peaceful Vally Boulevard è la seconda ballata acustica del disco, che si muove attraverso un impianto narrativo che ci rimanda all’epopea di brani come Last Trip To Tulsa. Chiude il disco la rocciosa Rumblin’, il brano forse più ostico del disco, ma certamente non meno bello ed affascinante che dal vivo sarà certamente sviluppato in modo più articolato e magari con una ben più lunga coda strumentale.  Le Noise, è dunque, a suo modo un altro disco cardine della carriera di Neil Young, uno di quei dischi, che rappresentano una ripartenza importante, un punto di svolta, come ne ha avuti tanti nel suo percorso. Parlare di capolavoro è difficile per tanti motivi, essendo per altro un disco molto sperimentale, tuttavia ne consigliamo caldamente l’ascolto, per scoprire questo ulteriore e sorprendente lato del canadese. 




1. Walk with me
2. Sign of love
3. Rescue Me
4. Love and war
5. Angry world
6. Hitchhiker
7. Peaceful Valley Blvd.
8. Rumblin'


Le Noise
Neil Young
Reprise, 2010

produced by Daniel Lanois
recorded by Mark Howard
Recorded, filmed and mixed at: Le Noise.
Digital editing by: Pretty Tony Mangurian and Florian Flo Ammon.
Mastered by: Chris Bellman for Bernie Grundman Mastering. 

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