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The Oral History: Psychedelic Pill (2012)


Neil Young: Mentre suono non penso a ciò che faccio. Per fortuna mi assento completamente, vado da qualche parte, e semplicemente produco suono, e lo sento. Quindi si tratta di divertirsi e produrre un suono, ma per farlo devi avere una ragione. Ecco perché io scrivo canzoni e le canzoni hanno un messaggio. Dopo un po', però, ti dimentichi del messaggio e lasci solo che il suono vada avanti, e poi le due cose si fondono, e se sei fortunato scrivi un'altra canzone. Ci dev'essere qualche cosa da dire che dia validità a ciò che viene suonato, non è che puoi suonare per sempre tanto per suonare. [3]
La maggior parte dei tuoi contemporanei, quando tornano ad accostarsi al loro passato, non riescono ad andare avanti...
Young: E' la piega che voglio evitare a tutti i costi. Mi sono imposto una regola stretta: non dedicare troppo tempo a lavorare sugli Archivi a discapito dei miei progetti futuri. Il presente deve restare una priorità. E' facile lasciarsi attrarre dal passato... [6]

Quando avete realizzato il secondo album avevi un'idea in mente?
Young:
No, è semplicemente accaduto. La mia idea era: creiamo delle canzoni che parlino, che si possano espandere strumentalmente. Quindi se c'era un concetto era legato alla lunghezza delle canzoni. Perché tutte hanno delle escursioni strumentali fra i versi, e quindi è questo che ho fatto. […] Capivo di essere dentro al groove. Circa nel momento in cui Americana era ultimato, ho cominciato a comporre di nuovo, quindi ho semplicemente lasciato che le cose andassero avanti. Ben presto avevo sufficienti canzoni per un secondo album. Questa volta di canzoni mie. [7]

Come fai a sapere quando è il momento di lavorare con loro [i Crazy Horse]?
Young:
Lo avverto. E lo posso avvertire per molto tempo. Arriva lentamente, non tutto in un momento. Quindi sì, è una sensazione naturale. [7]

Rimanete in contatto? O li chiami soltanto quando arriva il momento?
Young:
Stiamo in contatto nella nostra maniera. Non usciamo a divertirci tutti insieme ogni volta, ma restiamo in contatto. Non c'è bisogno di uscire e trovarsi. Noi esistiamo, semplicemente. Ne abbiamo passate tante insieme. È parte delle nostre vite, non va da nessuna parte. È una casa fatta di musica, per me. Sono stato in tanti posti che mi sono piaciuti, ma non tanto quanto questo. Sono connesso direttamente alla fonte quando siamo insieme. Non è qualcosa di tecnico. La capacità tecnica non è così eccitante. Non dobbiamo essere, semplicemente entriamo in contatto a livello emozionale. A livello dell'anima. [7]

Cosa accade quando tutto funziona? Provate molto, siete molto rigidi nell'ottenere il risultato che vuoi?
Young:
Questo non succede mai. No. A loro non interessa questo. Il modo in cui suoniamo deriva dall'anima. Non viene da nessun'altra parte. Potrebbe essere il migliore, il più tecnicamente perfetto di sempre, ma non farebbe alcuna differenza nei confronti del suono. Non devono esagerare. Non devono andare ad American Idol. Non devono strafare. Non devono dimostrare e accentuare niente. [7]

Qual'è il criterio per cui alcune sessions dei Crazy Horse finiscono pubblicate e altre no?
Young:
Tempo. Tempo e spazio. Semplicemente quanto tempo occorre per far uscire una cosa. Qualche volta la finisco e poi dico, “non voglio farla uscire. Non adesso.” Ma è un'altra cosa rispetto al suonare. A creare. [7]

Frank Sampedro: [Dopo aver confezionato Americana] Neil ha iniziato a suonare un paio di accordi e improvvisare. Avremo suonato per circa mezz'ora, tutto un insieme di cose... e da allora stiamo ancora registrando. Abbiamo un nuovo disco che uscirà dopo di questo, e sarà un disco molto più “vero” per i Crazy Horse. Sono canzoni di Neil – ecco, questa è la pecca maggiore di Americana, non è così? […] Sto andando e tornando dal ranch di Young per ulteriori sessions quando la luna è piena, che è il suo momento preferito per registrare. Lavoreremo per cinque, sei, sete giorni, poi riprenderò l'aereo verso casa [alle Hawaii]. […] Ogni volta, quando torno per lavorarci un altro po', tutti dicono che suona davvero bene. Davvero fantastico. Quindi direi che abbiamo veramente concluso qualcosa di importante. [4]

Sampedro: Siamo molto eccitati dal nostro nuovo disco, tutti quanti noi. Americana era un bel disco ed è stato molto divertente da registrare, ma erano le canzoni che mia madre mi cantava. Non coglievano davvero il mio cuore e la mia anima come quelle di Psychedelic Pill. Il nuovo materiale ci ha coinvolto emotivamente. Volevamo davvero suonarle, queste canzoni. […] Avere questo disco, Psychedelic Pill, mi eccita tanto quanto mi eccitò aver fatto Zuma, il mio primo album con i Crazy Horse, mi sento nello stesso modo. [1]
Ha molto in comune con Ragged Glory. Sai, canzoni come “Love And Only Love”. Un salto notevole rispetto ad Americana. Rinfrescante. Lo abbiamo registrato nello stesso posto dove facemmo American Star 'n Bars. [4]

A che distanza avete fatto Psychedelic Pill dopo Americana?
Sampedro:
Alla fine di Americana Neil ha detto, “Bene, non ho nient'altro da registrare, ora”. Ci riunivamo ad ogni luna piena per registrare e io ho detto, “Neil, siamo abbastanza famosi per le nostre jam, e qui non ce ne sono”. Neil ha risposto, “Sì, hai ragione, forse dovremmo metterci una canzone jammata, ma io non ce l'ho”. La volta dopo che ci siamo trovati, Neil ha suonato due accordi e ha cantato al microfono, ma non riuscivamo a capire le parole; penso che ci stesse ancora lavorando. Abbiamo suonato per 26 minuti e quella alla fine è diventata “Drifting Back”. Abbiamo fatto così ogni volta. La prima volta che ci siamo trovati, avevamo una jam che però non è stata registrata perché l'equipaggiamento non era pronto. Ma dal momento in cui abbiamo finito Americana e tutto era a posto, ci hanno registrato, ed è eccitante che tutti lo sentano, incluso noi perché non ci siamo mai messi ad ascoltare tutto quanto. Ci sono un paio di momenti dove io sbaglio, o Neil sbaglia, e io ho detto, “Dovremmo tagliarli...” ma Neil ha risposto, “E come si capirà che passiamo da una parte a un'altra? Fanno parte del viaggio”. Credo che la parte più grande della grandezza di Neil sia che lui vede il disegno complessivo. Molta gente avrebbe tagliato questi errori, ma Neil li vede come arte. Non è una canzone, non è un prodotto da vendere, per lui è un dipinto. Perché dovresti cancellare quelle due macchie gialle e arancioni? [8]

Anche “Twisted Road” e “Walk Like a Giant” sono parte di quel viaggio. “Twisted Road” non è lunga, nel disco, ma in concerto potreste sempre riadattarla.
Sampedro:
E poi c'è “Ramada Inn”, quando ho riascoltato la registrazione ho pianto. È un argomento [la relazione a lungo termine] in cui tutti siamo passati. È così melodica e spettrale. Penso che avrà lunga vita quella canzone. [8]

“Walk Like a Giant” si volge indietro all'idealismo della fine dei '60 e dei primi '70. A quell'espressione di ottimismo sono state segate le gambe durante gli anni successivi. Neil sembra voler dire che non ha senso smettere di provarci.
Sampedro:
Ci sono ancora delle cose che devono essere indirizzate o portate a termine. Se non hai speranza, cosa ti rimane? [8]

Neil parla spesso dei Crazy Horse nel libro. “Tutte le galoppate sul Cavallo non devono avere una destinazione” è una delle cose che dice.
Sampedro:
Chiunque può dire, “Amico, devi suonare quegli accordi”. Neil invece mi guarda e sorride. Dopo il Farm Aid siamo partiti per il tour. Abbiamo riso, è stato uno dei momenti più belli in anni e anni, ci siamo divertiti tantissimo insieme, dicendoci: “Come si rapporta Neil a tutto questo?” E Billy ha risposto: “Neil salta sul Cavallo Pazzo e cavalca fin dove vuole”. [8]

Lo definisce il veicolo che gli permette di entrare in contatto con la musa. Lo si può sentire in Psychedelic Pill. Questa è roba grezza che viene direttamente dal cuore.
Sampedro:
Americana era fico, ma le canzoni scritte da lui ci hanno toccato emotivamente, e adoro questo album. Mi ricorda come mi sentivo quando ascoltai per la prima volta “Cortez” o “Hurricane”. [8]

Com'è registrare al Broken Arrow? Vi fermate lì? Neil e Pegi fanno i cuochi e vi nutrono ed è un'atmosfera davvero casereccia, o Neil tiene la sua vita privata lontana dagli studio?
Ralph Molina:
Registrare al Broken Arrow è meraviglioso! Preferiamo registrare in “garage, salotti e fienili”. A me non piacciono gli studio! Il ranch e i posti che ho menzionato non sono sterili. Neil ha l'ingegnere/produttore che registra continuamente, senza fermarsi. Il ranch è molto più come una casa confortevole. Abbiamo un “cuoco” al ranch quando siamo lì – si chiama Linda. Ce ne sono stati altri, ma ora è lei il cuoco – bravissima. Le nostre vite “private” sono un libro aperto, conoscendoci da così tanto tempo. [2]

Ci sono piani per un ulteriore album, oltre a un live da questo tour? Neil ha composto pezzi durante il tour? Per esempio “Hole In The Sky”.
Molina:
Sì, “Hole In The Sky”. Sono sicuro che Neil stia componendo e se vorrà registrare con noi qualche altra nuova canzone, è quello che faremo. Ora siamo concentrati sul momento presente! [2]

Nei concerti ci fate precipitare nel mondo di Oz con almeno quattro canzoni che superano i 10 minuti, fino a una che ha toccato i 23. Suonare canzoni così lunghe ha effetti collaterali, soffrite di problemi a lungo termine?
Molina:
Gesù, abbiamo sempre suonato canzoni così. Amiamo jammare, allungare le canzoni. Amo quando Neil ha la possibilità di fare i suoi lunghi assoli pieni d'anima, è questo che ci fa sballare. Dobbiamo solo tenerci in forma, in esercizio, mangiare bene, non incasinarci (se capisci cosa intendo). [2]

“Driftin Back”
Sampedro:
L'abbiamo fatta una volta, poi un'altra volta in studio, poi ho riascoltato la registrazione con Neil per cinque volte. Ogni volta, alla fine di quel pezzo, era come... “Dove mi trovo?” Desideri che non finisca. È una cosa strana, è come andare in trance. Sono felice che tu l'abbia detto, perché è la stessa cosa che capita a me, senza sapere perché. Mi chiedo come sarebbe farla in apertura a un concerto. [1]

“Psychedelic Pill”
Sampedro:
E' nata in studio quando Neil si è seduto al piano e ha cominciato a suonare degli accordi. Ralph era alla batteria e ha iniziato a tenere quel ritmo e non si sono fermati per almeno un'ora. Ci siamo alzati e l'abbiamo suonata, realizzando che era una gran canzone. Non la abbiamo ancora suonata al meglio, ma ogni sera è andata sempre meglio. [4]

“Walk Like A Giant”
Sampedro:
Neil è arrivato in studio con quel pezzo. La abbiamo suonata una volta e secondariamente abbiamo pensato che la avremmo editata. Poi Neil ce l'ha fatta risentire. Il playback ci ha spiazzato. Non credevamo di aver fatto qualcosa di così enorme. Io mi immagino la Terra distrutta da questo gigante e noi che sorvoliamo il pianeta con i sopravvissuti e tutto. Ho tutte queste immagini in testa. È davvero pazzesco. [4]

Fonti
[1] Rolling Stone 2012
[2] Thrasherswheat 2013
[3] npr.com 2012
[4] billboard.com 2012
[5] Rolling Stone 2012
[6] Telerama 2012
[7] Uncut 2012
[8] Offbeat 2012



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